13/03/12

scai

Mio fratello con l'accadì di scai mi ha fatto vedere un servizio "registrato" su Felice Maniero, io sto ancora al videoregistratore e voi registrate direttamente dalla tv, mettete in pausa per andare a pisciare e chissà quante altre meraviglie potete fare a ventinove euro al mese, vabbe' lasciamo perdere che è solo invidia.
Ad un certo punto ci sono questi che vengono intervistati, insomma intervistati per modo di dire, due battute, l'intervista vera la fanno solo ai protagonisti del crimine mica ai fiancheggiatori. Tipi normali. La signora di mezza età, l'omologo di sesso maschile, il giovane meccanico, campioni rappresentativi di uno squallido popolo di merda. Sono tutti d'accordo: " lo dite voi che è un boss, è una brava persona".
Una scena consueta, ormai quasi scontata, arrestano il mafioso di turno e i paesani sono solidali. Brava persona. Un perseguitato. La novità, per quel che mi riguarda, pur trattandosi di cose degli anni novanta è che questi non parlano mica siciliano o calabrese, no questi parlano veneto, e allora penso che non c'è mica la tanto decantata differenza culturale o addirittura etnica come vorrebbe qualche buontempone in camicia verde.
L'Italia, comincio a pensare, è popolata dalla stessa gente di merda che si comporta diversamente solo perché diverso è l'ambiente che la circonda, disonesti gregari. E le percentuali di delinquenti, che mi rendo conto che non sono le stesse a Sacile e Enna, si invertirebbero se trasferissimo qualche boss.